Caro Piergianni,
ti rubo 10 minuti del tuo tempo, perché, dopo aver letto la tua lettera dal titolo “questioni inerenti l’autorizzazione allo scarico e quel che ne discerne” vorrei rimettere al centro del tavolo alcuni principi democratici che, soprattutto in Italia, sono troppo spesso letti al contrario.
Erodoto diceva “gli uomini si fidano delle orecchie meno che degli occhi”, che applicato alla tua esperienza di amministratore della Comunità vuol dire che non puoi nascondere sotto il tappeto il fatto inconfutabile che cinque consiglieri su otto ti hanno voltato le spalle e si sono dimessi. Nella tua lunga serie di scuse che hai addossato agli altri, prova anche a guardare a te stesso. Il tuo ruolo è di collante alle diverse anime e sensibilità di un collegio, il tuo compito è di trovare in un gruppo l’amalgama e il valore aggiunto che un uomo solo al comando non può dare. Tradotto, la debolezza di questo CdA è il frutto del fatto che hai perseguito la strada facile di accettare comodamente le dimissioni di chi la pensava diversamente da te per arrivare a comandare da solo. Percui gira le parole come vuoi, ma gli occhi non mentono. La conseguenza economica di questo tuo fallimento si riversa su tutti noi, poiché il nostro regolamento all’art. 59 ti obbliga in questi casi a convocare un’assemblea per ripristinare il numero collegiale. Ora, per quanto ognuno di noi non vorrebbe spendere soldi in assemblee, nessuno e rimarco nessuno, vuole disattendere il nostro regolamento, altrimenti entriamo nel campo del far west. Percui il tuo disappunto per dover spendere soldi nostri per convocare una assemblea, è, facendo un esempio, come se un diabetico lamentasse di non avere il tempo per prendere l’insulina perché impegnato a mangiare cannoli e cassate. La colpa non è di chi da fuori ti ricorda di rispettare il regolamento, la colpa è di chi questa situazione l’ha creata. Non ribaltiamo i principi democratici. Il modo migliore per non spendere soldi per assemblee sarebbe stato quello di avere maggiore attenzione e maggiore impegno nella ricerca della collegialità del tuo consiglio, a scapito della facile e senza dubbio più comoda deriva autoritaria, consci del fatto che altrimenti si andava incontro a spese inutili. Insomma se ora hai il diabete non puoi lamentarti col medico che ti ricorda di prendere l’insulina.
Vedi Piergianni, anche una disastrata Comunità, non è stata pensata come una monarchia, percui anche dentro Costa Paradiso sono previsti pesi e contrappesi. Nel tuo caso, al tuo potere di agire, esiste un contrappeso, che si chiama regolamento. Lo stesso regolamento che tu presiedi e che giustamente pretendi di far rispettare da tutti noi indistintamente. Percui non fare lo scocciato se ti viene detto da me, da ATCP, da Zorro, da Amici di Costa Paradiso e da autorevoli avvocati di rispettare quel regolamento. Le regole sono regole, e le regole si rispettano.
Da parte tua, che questo CdA lo presiedi e lo guidi, mi sarei aspettato meno aria sul petto e più umiltà, soprattutto quando ti rivolgi al “popolo” per annunciare che ti appresti a spendere soldi non tuoi per ottemperare con tre mesi di ritardo ai tuoi obblighi di porre rimedio al fallimento del CdA da te presieduto. Mai una parola di autocritica.
Una possibile spiegazione di quanto sta accadendo è che chi siede troppo a lungo sulle stesse poltrone, tende alla fine a sfumare il quadro delle regole e il mandato ricevuto perché tende ad agire sulla base della lunga esperienza vissuta in cui in tante occasioni si è tentati di inseguire delle scorciatoie (per esempio il buon senso), forse utili, ma sempre scorciatoie, e sovente contro il regolamento. Questo, per uno esterno come me che assiste alle vicende di casa sua è il chiaro segnale che è arrivato il momento di avere un cambio radicale nel quadro di governo della Comunità, perché la guida per tutti noi non deve essere Piergianni o Stefano, ma il regolamento, senza se e senza ma.
Tu fai affermazioni molto rilevanti quando dichiari di “avere le prove” di un complotto contro Costa Paradiso affinché non arrivi l’autorizzazione allo scarico dalla provincia. Ebbene, tu ora lasci perdere le chiacchiere e senza indugio, vai a riferire tutto al magistrato, affinché indaghi su questo complotto alla luce delle prove inconfutabili che saprai fornire. Così facendo renderai un grande servizio a Costa Paradiso e trasformerai astratte parole in realtà visibili agli occhi di tutti.
Altro principio: la democrazia è fatta di amministratori e amministrati. I primi si mettono a disposizione e ascoltano le istanze dei secondi. Non ti dimenticare mai, che tu sei il nostro amministratore, e non far trasparire mai il tuo disappunto di dover “perdere tempo” nel leggere le nostre preoccupazioni che “rallentano la tua azione”. Ascoltarci non è per te un optional, noi partecipanti non siamo una palla al piede, ma la tua unica e infinita risorsa. Io leggo e rispondo sempre con grande piacere a tutte le lettere che gli associati mi scrivono a prescindere se sono positive o negative per la mia azione, perché non mi dimentico mai che io non agisco per conto di me stesso, ma sono soltanto una semplice emanazione del pensiero degli associati. Arrivare a dire che non hai avuto il tempo per pubblicare le grandi opere fatte dal tuo CdA perché impegnato a rispondere a troppi chiacchieroni è semplicemente esilarante. Non ribaltiamo anche in questo caso i principi democratici.
Concludo scomodando un signore che ha dato prova di saper governare anche le situazioni più difficili, Winston Churchill: “Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità, un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà”. Nel tuo caso, non guardare all’assemblea con disappunto o pessimismo, ma anzi, trova tutte le strade per trasformarla in una grande opportunità. Metti argomenti sul tavolo, chiedi al “popolo” di esprimersi sulla fognatura, insomma, trasforma un atto dovuto in una grande opportunità per fare un passo in avanti. Prendi la cornetta del sottile filo del dialogo, alza la voce, fai proposte, accetta compromessi, e richiama l’opposizione di oggi (da Controllo locale, passando per ATCP fino ad Amici di Costa Paradiso) a raccolta. Chiamami, chiamaci, parliamo di Costa Paradiso, gettiamo le basi per un programma condiviso anche al di fuori della tua cerchia di collaboratori. Insomma non nominare nuovi consiglieri prestanome, ma persone che suggellano il ritrovato accordo programmatico con tutti (o chi ci sta) gli attori di Costa Paradiso. Prova a chiudere la faida che l’azione autoritaria del tuo CdA ha aperto e anche in questo caso, avrai reso un grande servizio a Costa Paradiso. Prova ad aprile le finestre della Comunità, fai entrare aria pulita, aria nuova. A scanso di equivoci non sono in nessun modo disponibile ad essere uno dei cinque nuovi consiglieri che intendi nominare.
E mi lancio oltre: tu puoi rendere “gratuita” la prossima assemblea, e sarebbe una scelta tutta tua. Tu puoi chiamare tutti a raccolta per nominare il nuovo CdA che tra pochi mesi scadrà, e così facendo eviterai di convocare due assemblee. Sarebbe una tua scelta, sarebbe la prova che guardi agli interessi esclusivi di noi poveri partecipanti stanchi e vessati. Non affermare cose sbagliate che farlo sarebbe da irresponsabili perché nessuno ti chiede di scappare e lasciare vacante la presidenza, ma solo di ridare la parola ai partecipanti affinché possano esprimere il proprio consenso per un nuovo CdA, rafforzato e legittimato. Nel mentre (40-50 giorni) continuerai a fare il Presidente e garantire continuità esattamente come oggi, percui nessuno è irresponsabile e nessuno ti chiede di esserlo. Sarebbe irresponsabile non farlo invece. Farci spendere per due assemblee è sicuramente da irresponsabili.
Io credo che la causa di ogni male dell’Italia risieda sul fatto che ci amministrano sempre le stesse persone. Serve un cambio radicale e costante. Io mi sono imposto la regola dei due mandati consecutivi, e, con un anno d’anticipo, ho annunciato che non mi ricandido al prossimo (e quindi terzo mandato) Consiglio Direttivo di ATCP che quindi lascerò ad Agosto 2016. Tu, che dentro la Comunità ci abiti da prima ancora che io nascessi forse, perché non fai come me e dichiari che ti fai da parte per favorire il ricambio di idee e di persone? Aspetto una tua risposta chiara su questo punto.
Se vorrai potrai trovare infiniti motivi per non farlo, ma saranno solo infinite scuse, e sarà solo l’occasione persa per trasformare una difficoltà in opportunità.
Non ti chiedo di fare come Winston Churchill, ma almeno prova trarre l’ispirazione giusta per cambiare il corso degli eventi. Sono critico, sono molto critico per quanto fatto fino ad ora, e per la debolezza della Comunità, ma non voglio perdere le speranze e quindi smentiscimi con i fatti.
Ti lascio un pensiero finale su cui riflettere:
L’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. (Italo Svevo)
Un caro saluto
Stefano